In toga e tocco da laureato, Pietro Rescigno ha ribadito la propria fedeltà al diritto privato, all'importanza di custodire uno strumento vocato a colmare "l'insufficienza o l'incapacità dello Stato di realizzare la libertà e la giustizia". Cliccare sull'immagine per ingrandirla
"Riferimento autorevolissimo della dottrina civilistica italiana, che ha segnato il dibattito giuridico dell'ultimo cinquantennio", come hanno sottolineato il rettore Roberto Sani e il preside della Facoltà Giurisprudenza Rino Froldi, il celebre giurista ha fatto ritorno questa mattina, dopo 54 anni, nella stessa Aula Magna dell'Università di Macerata, da dove partì tutto il suo cammino accademico, per ricevere la laurea honoris causa in Teoria e tecniche della normazione giuridica dalla Facoltà di Giurisprudenza. Ad applaudire Rescigno c'erano anche tanti dei suoi "antichi allievi", che lo hanno omaggiato con una targa ricordo consegnata dal giornalista Gaincarlo Liuti. "E' la laurea affectus causa da parte dei suoi veri laureati di una volta", hanno spiegato gli "allievi degli irripetibili anni maceratesi" al loro "maestro oggi laureato con affetto e devozione", come recita la targa stessa. Cliccare sull'immagine per ingrandirla "Sono travolto da un'onda di sensazioni, di ricordi. Macerata ha conservato per me un valore preziosissimo e inestimabile. Ma la "piccola università" oggi è cambiata e dimostra una forte incidenza sul tessuto sociale ed economico. Oggi è una realtà estremamente ricca, seguita, ma ha mantenuto l'attitudine al dialogo e allo scambio della piccola comunità di allora", ha detto Rescigno alla consegna della pergamena, dopo che il professor Carlo Alberto Graziani, nella sua laudatio, ha anche fatto rivivere l'Ateneo del 1.958, quando c'era una sola Facoltà e gli iscritti erano 270. "Il 28 novembre 1954 – era una domenica - in questa Aula Magna Pietro Rescigno teneva il discorso inaugurale della solenne cerimonia di apertura dell’anno accademico – ha ricordato il docente -. L’anno prima, a soli venticinque anni, aveva vinto il concorso alla cattedra di Diritto civile bandito dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, dove aveva preso servizio il primo febbraio di quel 1954. Ad ascoltare il giovanissimo Professore erano venuti espressamente i suoi genitori e alcuni insigni cattedratici: Adolfo Ravà, Giuseppe Ferri, Francesco Santoro Passatelli". "A Macerata - scriveva Rescigno nel 1958 nella premessa alla sua terza monografia - sembra smorzarsi ogni contraddizione”. E faceva i nomi di colleghi a lui particolarmente cari (Mauro Cappelletti, Domenico Maffei, Feliciano Serrao) e di quegli studenti “che non mancavano mai al dialogo” (Vitaliana Vitaletti e Ranieri Felici, che di Rescigno furono assistenti volontari, Mamberti, Arturo Ciotti, De Sanctis, Mazzeo, Maceratini, Bacci, Borrelli, Travaglini, Domenella, de Antoniis, Morelli, Bartolozzi, Ciriaco, Morichi e Tito Zilioli, scomparso prematuramente). "Da Macerata ho iniziato un itinerario di ricerca e di pensiero che oggi mi sembra particolarmente attuale", ha commentato Rescigno ricordando quel suo discorso inaugurale sui sindacati e i partiti nel diritto privato. Discorso che rappresentò l’avvio di una riflessione sull’affascinante tema dei soggetti collettivi e coronato, mezzo secolo dopo, dalla lectio doctoralis di stamattina sul tema del diritto privato nella società pluralista. |