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n. 107 del 28 giugno 2011

Comunicato stampa n. 107/2011 di martedì 28 giugno 2011

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Docenti e dottorandi di Unimc incontrano lo psicologo americano Jerome Bruner

Un gruppo di docenti e dottorandi dell'Università di Macerata sono stati invitati all'Università di Pisa a partecipare a un serie di iniziative che vedono protagonista Jerome Bruner, docente della Harvard University, noto in tutto il mondo per i suoi contributi nel campo della ricerca psicologica e nell’educazione, definito uno dei più influenti psicologi del XX secolo.

 

Il programma, messo a punto dalla professoressa Daria Coppola dell’Università di Pisa, prevede per il prossimo 4 luglio un incontro sul tema “La cultura dell’educazione. Pace, democrazia, intercultura", organizzato dall'Ateneo pisano insieme all’Interdepartmental Centre for Peace Studies e alla Provincia di Pisa, introdotto e coordinato proprio dalla professoressa Coppola. Tra i contributi: un intervento della professoressa Paola Nicolini, docente di psicologia dell'educazione e direttrice del Centro orientmamento di Unimc

 

Il 5 luglio, alla Scuola di alta formazione Sant'Anna, la professoressa Barbara Pojaghi, preside della Facoltà di Scienze della comunicazione di Macerata, presenta il volume, curato da Daria Coppola e Paola Nicolini “Comunicazione e processi di formazione. Un approccio interdisciplinare”. Il libro, uscito per i tipi della Franco Angeli lo scorso anno, è stato infatti dedicato dalle curatrici a Jerome Bruner.

 

Il 6 luglio, infine, Bruner incontrerà gli studenti dei dottorati in Filosofia del diritto e di Discipline umanistiche di Pisa e il gruppo di dottorandi e docenti dell'Università di Macerata, intrattenendoli con un seminario sul tema “Law and Literature”

È un’ulteriore conferma che l'Università di Macerata si mette in luce, sia a livello nazionale che internazionale, per la qualità del proprio personale e per i risultati della sua ricerca.

 

 
JeromeBruner2_rid.jpgJerome Bruner. Biografia
Nasce il 1° ottobre 1915 a New York, consegue il dottorato in psicologia alla Harvard University nel 1941, dove dal 1965 è professore di psicologia. I primi studi, durante la seconda guerra mondiale, vennero condotti sulla psicologia sociale dei comportamenti di gruppo, sulla propaganda, sui pregiudizi e sugli atteggiamenti dell’opinione pubblica americana di fronte ai problemi della guerra e del dopoguerra, contemporanee e successive sono state le ricerche  sul processo percettivo e sull’influenza dei fattori sociali. Bruner ha dato inizio a un nuovo indirizzo di pensiero noto come new look on percetion che sosteneva, tra l’altro,  la continuità tra l’attività percettiva e quella concettuale. Questi studi lo indussero ad apprezzare le idee e il lavoro di Maria Montessori, unica studiosa all’epoca che aveva compreso il valore della manipolazione di materiale strutturato per lo sviluppo logico. Durante gli anni ’60 Bruner ha sviluppato studi e ricerche sui processi di apprendimento, sui programmi e sui curricoli scolastici.  I risultati sono apparsi nei libri Verso una teoria dell’istruzione (1966),  Il conoscere, saggi per la mano sinistra (1968), Studi sullo sviluppo cognitivo (1966, trad. it. 1968). Le idee sviluppate da Bruner in quel periodo sui processi di apprendimento e di insegnamento, sui contenuti dell’insegnamento e la struttura dei programmi scolastici, sui modi e gli strumenti dell’insegnamento, ebbero grande diffusione nel mondo; anche nel nostro Paese le idee di Bruner costituirono un punto di riferimento costante per la revisione dei programmi di studio e dei metodi d’insegnamento.
Ma, come lo stesso Bruner riconosce nella prefazione di La cultura dell’educazione, “furono la scoperta della povertà ed il movimento dei diritti civili a ridestare molti di noi dal superficiale compiacimento per la riforma dell’educazione”. La scoperta dell’impatto della povertà, del razzismo e dell’emarginazione sulla vita mentale e sullo sviluppo dei bambini indirizzarono le ricerche Bruner verso lo studio dell’influenza della cultura sul modo in cui i bambini affrontavano l’apprendimento scolastico.
A partire da questi studi Bruner approda ad una nuova idea della mente e del suo sviluppo: le proprietà distintive della vita psichica sono da ricercarsi nella vita sociale e culturale delle persone, nei loro tentativi di costruire percezioni e resoconti dell’esperienza socialmente condivisibili. I modelli privilegiati per l’esperienza e la comprensione sono ricavati dai racconti messi a disposizione dalla cultura, dalle storie che si possono raccontare e che sono utili per collegare eventi in forma comprensibile.  Tuttavia, mentre per altri studiosi le narrazioni sono ricostruzioni a posteriori dell’esperienza, per Bruner esse forniscono il tessuto dell’esperienza, cioè i format e gli schemi dell’esperienza stessa. Sono fondamentali per l’atto della vera e propria costruzione di significato (D. Olson). I risultati di queste ricerche sono raccolti nei testi La mente a più dimensioni (1986), La ricerca del significato (1992), La cultura dell’educazione (1996). Queste opere ci mostrano il Bruner di fine secolo.
Ancor oggi, lungi dal ripiegarsi su se stesso appagato del proprio lavoro e del proprio successo, Bruner continua ad imporsi come fertile fucina di idee per gli psicologi e gli educatori del nuovo millennio.

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