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n. 62 del 09 maggio 2011

Comunicato stampa n. 62/2011 di lunedì 09 maggio 2011

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Presentazione dell’opera ricciana “Dieci capitoli di un uomo strano” - Confronto tra studiosi sul volume tradotto per la prima volta dal cinese.
Sarà presentata mercoledì, 11 maggio alle ore 16 alla Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata la prima traduzione in una lingua occidentale del libro di Padre Matteo Ricci “Dieci capitoli di un uomo strano”, edizione critica a cura di Wang Suna e Filippo Mignini, pubblicata da Quodlibet.
 
Per la prima presentazione ufficiale di questa opera è stata è scelta la data dell’11 maggio, giorno nel quale, nell’anno 1610, Ricci passò a godere, secondo la sua stessa espressione, “i premi eterni”. La presentazione del volume, in forma di seminario, è affidata a quattro studiosi che esamineranno, nello spazio di trenta minuti ciascuno, altrettanti nodi centrali dell’opera.
 
Il prof. Paolo Petruzzi, docente di Storia della Chiesa all’Istituto teologico marchigiano, esaminerà in particolare il paradigma apologetico, le forme e i modi che Ricci utilizza nel tentativo di presentare alcune questioni centrali della dottrina cristiana, quali l’esistenza di un mondo eterno accanto a questo temporale, una vita dopo la morte, un sistema di premi e di pene eterne.
 
Il prof. Giorgio Trentin, docente di lingua e letteratura cinese nell’Università di Macerata, illustrerà l’atteggiamento di Ricci nei confronti del Confucianesimo, classico e dei suoi giorni, esaminando sia ciò che il gesuita maceratese colse meglio sia ciò che gli sfuggì e lasciò nell’ombra.
 
Il prof. Stefano Zacchetti, sinologo e docente di buddismo cinese nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, esaminerà i punti salienti della polemica ricciana nei confronti del Buddismo. Quello elaborato nelle pagine di Ricci è il primo confronto tra Cristianesimo e Buddismo in Cina, particolarmente istruttivo per comprendere convergenze e profonde divergenze tra le due dottrine straniere e “occidentali”, come anche l’altra opera ricciana, la cui edizione è in preparazione, intitolata “Dispute postume”.
 
Il prof. Filippo Mignini illustrerà l’uso dei classici occidentali, testi biblici e testi greco-latini, in particolare i classici dello stoicismo romano, quali rappresentanti privilegiati della cultura occidentale presso i letterati cinesi. Dell’uso ricciano si mostra sia la necessità sia i limiti fino al paradosso, dovuti alla necessità di “accomodare” quei classici al cristianesimo.
 
Al termine del seminario verrà offerta una breve lettura di alcuni passi salienti dell’opera.
 
Di seguito, una breve presentazione dell’opera.
 
 
Presentazione dell’opera
“Dieci capitoli di un uomo strano” è l’ultima e più matura opera di filosofia morale del gesuita maceratese pubblicata a Pechino nel 1608.
L’edizione a cura di Wang Suna e Filippo Mignini, pubblicata da Quodlibet con ampia introduzione storico critica, nota ai testi, cronologia, testo cinese e traduzione italiana a fronte, ampio commentario e appendici, costituisce la prima edizione critica dell’opera e la prima traduzione di essa in una lingua occidentale. In appendice viene anche pubblicato il testo delle “Otto canzoni”, composte da Ricci nel 1601 come accompagnamento alle sonate per manicordio, lo strumento donato all’imperatore Wanli, pubblicate anch’esse per la prima volta in appendice a “Dieci capitoli” nel 1608. Seguono testi e traduzioni di tutte le prefazioni (10) ad oggi note, composte da intellettuali cinesi per le diverse edizioni dell’opera.
Nei “Dieci capitoli” Ricci costruisce dieci dialoghi con nove intellettuali cinesi (L’amico e collaboratore Xu Guangqi ha il privilegio di essere interlocutore di due capitoli), sui temi del tempo, del mondo, della morte, del silenzio, del digiuno, dell’esame di coscienza, della giustizia cosmica di supporre premi e punizioni dopo la morte, della divinazione e della ricchezza ricercata dagli avari. Su ciascun tema si mettono a confronto le diverse tradizioni di pensiero, nel tentativo del maestro occidentale di mostrare la superiore razionalità del cristianesimo. Malgrado il dispiego straordinario di una immensa conoscenza e i giudizi persino entusiastici dei suoi lettori, non sembra che il tentativo compiuto da Ricci abbia ottenuto i risultati sperati.
Da sottolineare, infine, che l’edizione dei “Dieci capitoli” è un ulteriore momento del piano complessivo di edizioni delle opere cinesi di Ricci intrapreso sin dal suo nascere dall’Istituto Ricci di Macerata e che si avvale della collaborazione sistematica di giovani studiosi cinesi che, soggiornando per tre anni a Macerata, lavorano alle diverse opere ricciane realizzando al rovescio, in Italia, quel lavoro di intensa collaborazione con gli intellettuali cinesi che Ricci produsse in Cina quattrocento anni fa.
Il volume è stato pubblicato con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni ricciane del 2010.

 

 

 

 

 

 


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