n. 44 del 08 marzo 2008
Comunicato stampa n. 44/2008 di sabato 08 marzo 2008 | |
Fare pace, fare giustizia nell’Italia moderna |
Cosa ha significato amministrare la giustizia in uno stato di antico regime come quello retto dal sovrano pontefice? Come si sono combinati i riti di pace, di rinuncia alla vendetta e di perdono nella Bologna dell’età moderna? Lunedì, 10 marzo alle 16 nell’Antica Biblioteca dell’Università di Macerata, la discussione di due recenti volumi di Irene Fosi, “La giustizia del papa. Sudditi e tribunali nello Stato Pontificio in età”, e di Ottavia Niccoli, “Perdonare. Idee, pratiche e rituali in Italia tra Cinque e Seicento”, importanti per le nuove prospettive proposte e per l’esemplarità della documentazione offerta, fornisce l’occasione per ragionare sul complesso problema della giustizia in età moderna, all’incrocio tra storia sociale, storia della criminalità e del diritto e storia religiosa. Introduce la discussione con le due autrici Marco Bellabarba dell’Università di Trento. Interverranno, quindi, Vincenzo Lavenia, Luigi Lacché e Gabriella Santoncini dell’Università di Macerata. Quale fu il rapporto tra vendetta e perdono? Quale l’intreccio persistente tra giustizia negoziata e giustizia egemonica? Fino a che punto l’uso di soluzioni infragiudiziarie fu il frutto di scelte spontanee e condivise? Come si combinavano le nozioni di reato e di peccato nella pratica giudiziaria di uno stato ecclesiastico in cui sopravvivevano particolarismi feudali e si scontravano (o si sovrapponevano) i poteri del vescovo, quelli del governatore e quelli dell’inquisitore? E ancora, quanto contarono il ricorso alla grazia e la stesura di suppliche nella rappresentazione del potere e nel mitigare l’immagine inflessibile della giustizia? E quale fu il rapporto tra clero e laici nella storia della criminalità dell’Italia moderna? Saranno questi gli spunti di riflessione al centro dell’incontro di lunedì. |
Questa pagina è stata aggiornata il 05/04/2008
da Ezio Sciaratta