Macerata e Betlemme unite dalle università. I rispettivi atenei hanno stretto un rapporto di cooperazione didattica e scientifica, sottoscritto questa mattina, giovedì 31 gennaio, in Aula Magna dal rettore dell’Università di Macerata Roberto Sani e dal presidente dell’Università di Betlemme Fouad Twal, arcivescovo coadiutore del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
All’incontro hanno partecipato anche, Sabri Ateyeh, delegato generale palestinese in Italia, l’ambasciatore Malek Twal, ex rappresentante permanente del Regno Hascemita di Giordania presso l’Unione Europea, Wael Farouq dell’Università del Cairo, il vicario episcopale Pio Pesaresi, in rappresentanza del Vescovo di Macerata, il presidente della Provincia Giulio Silenzi, i professori Angelo Ventrone dell’Università di Macerata e Maurizio Oliviero dell’Università di Perugia.
Il viceministro degli Affari Esteri Ugo Intini, non è potute essere presente, perchè trattenuto da una riunione politica seguita all’incarico a Marini. “Voglio scusarmi – ha scritto in un messaggio – per la mia assenza a una iniziativa nella quale sarei intervenuto con entusiasmo. Nelle relazioni internazionali, infatti, viene prima di tutto il rapporto culturale e nel rapporto culturale la base è proprio la formazione universitaria. Ciò vale in particolare tra le due sponde del Mediterraneo, che può tornare ad essere al centro del mondo se diventa un mare di pace, con il concorso degli uomini di buona volontà di tutte le religioni. Per questo apprezzo moltissimo l’attività dell’Università di Macerata”.
L’incontro di studi che ha preceduta la firma dell’accordo si è trasformato in un vivace dibattito sul conflitto israelo-palestinese e sul ruolo delle università nel dialogo tra Italia e Mediterraneo.
“Viviamo in una cultura di violenza, morte e sfiducia – ha sottolineato monsignor Twal -. La nostra speranza è quella di ritrovare una via del dialogo attraverso la cultura extra-territoriale”.
“Questo accordo – ha ribadito Sani – è il primo tassello di un progetto di cooperazione con la realtà palestinese alla quale guardiamo con grande attenzione e con profonda amicizia. E’ doveroso per noi, mentre ancora i conflitti insanguinano il Medio Oriente e la Palestina, guardare al futuro, contribuire, tramite la cultura e la ricerca scientifica, alla ricostruzione morale e materiale di questo Paese nonché alla formazione della classe dirigente, di professionisti ed esperti”.
La speranza comune è quella di costruire un ponte, anzi, più ponti concreti. In primo luogo, “rafforzare i legami tra il mondo palestinese e l’Italia può essere un tramite anche per l’accesso e la cooperazione con l’Unione Europea”, ha spiegato Sani. L’Università di Macerata si è anche impegnata a coinvolgere gli altri Atenei italiani. La comunità cristiana in Palestina si augura “di essere un ponte – ha detto monsignor Twal – tra due popoli in conflitto e di ridare a questa terra la connotazione di Santa e non di violenta”.
Il futuro patriarca ha insistito sull’aspetto culturale, sulla necessità di ridare alla propria gente l’orgoglio di appartenenza così da bloccare l’emorragia umana, ossia l’emigrazione. “Chi vende la propria terra e la propria casa perde la propria identità e non tornerà più”. Twal ha anche invocato un maggior impegno politico da parte dell’Italia e della Comunità internazionale. “Finora c’è stato il monopolio Israele-Londra-Stati Uniti”.
Il preside della Facoltà di Scienze Politiche Francesco Adornato ha sottolineato l’importanza della creazione di una zona di libero scambio nell’area del Mediterraneo così come propugnata nella Dichiarazione di Barcellona, da contrapporre alla predominanza economica e politica dell’area del Pacifico. La Facoltà, come ha ricordato il professor Angelo Ventrone, che ha coordinato i lavori e ha dato l’impulso decisivo alla sottoscrizione dell’accordo, è membro della “Fondazione Anna Lindh per il dialogo fra le culture”, un’istituzione creata da 35 Paesi firmatari della Partnership Euro-Mediterranea; ha attivato un Master euro-mediterraneo in commercio e cooperazione socio-culturale e un Dottorato di storia e politica dell’area mediterranea. A settembre del 2007 è stato avviato un corso di studi triennale in “Italiano applicato al Commercio internazionale” presso l’Università di Gafsa in Tunisia. Nel progetto, che ha ricevuto il sostegno del Ministero dell’Università, è prevista l’ospitalità, ogni anno, di 10-15 studebti tunisini nell’ateneo maceratese per imparare l’italiano ed effettuare stage professionalizzantiin istituzioni e aziende regioanali; altrettanti studenti italiani andranno a Gafsa per studiare la Lingua e la cultura araba.
Il professor Ventrone, insieme al professor Maurizio Oliviero, ha anche ricordato la riflessione congiunta delle Università di Macerata e Perugia sulla possibilità di dare vita a una Scuola per la formazione di amministratori pubblici, che aiuti a costruire il sistema istituzionale del futuro Stato palestinese, e un Master in Scienze religiose per Imam.