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n. 18 del 28 gennaio 2008

Comunicato stampa n. 18/2008 di lunedì 28 gennaio 2008

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Gli archeologi dell’Università di Macerata in Tunisia 

Riaffiora il teatro di Althiburos, l’antica città romana nei pressi di Medina (Tunisia) grazie all’impegno dell’Università di Macerata.

 

Althiburos_01_rid.jpgE’, infatti, diventata operativa la convenzione quinquennale sottoscritta dall’Ateneo maceratese con l’Istitut National du Patrimoine (Tunisia) e il Politecnico di Bari per lo studio, il restauro e la valorizzazione dell’antico sito tunisino, in particolare del teatro romano.
Un prima campagna è stata organizzata tra il 15 e il 27 ottobre. La squadra, guidata dal professor Antonino Di Vita, era composta dall’archeologa Marisa Rossi, la ceramologa Marzia Giuliodori e l’architetto Gilberto Montali del Dipartimento maceratese di Scienze archeologiche e storiche dell'antichità nonché dall’architetto dottoranda Paola Pietanza del Politecnico di Bari. Nel corso di questo primo intervento, è stato effettuato il rilievo della maggior parte del teatro ancora visibile, portando alla luce alcuni elementi. Un sondaggio di datazione ha permesso di rilevare alcuni livelli bizantini e medievali e ha confermato la funzione difensiva del teatro in età bizantina.
L’équipe tunisina comprendeva due architetti, un topografo, un tecnico-topografo e tre dottorandi in archeologia. Tra le due squadre si è creato un clima molto positivo e costruttivo. “La buona volontà del professor Antonino De Vita, la sua umanità e il suo carisma – scrive al rettore Sani il professor Nabil Kallala, capo della missione tunisina – sono stati fondamentali nella riuscita di questa campagna”.
Althiburos_02_rid.jpgLa collaborazione avviata tra i due atenei contribuirà, oltre allo studio del teatro di Althiburos, alla salvaguardia di questo importante sito e allo sviluppo del turismo culturale nella regione.

Con questa, salgono a sei i siti che vedono impegnato il Dipartimento di Scienze Scienze archeologiche e storiche dell'antichità. Gli altri sono quelli di Gortina a Creta (Grecia), di Hadrianopolis in Albania, di Sabratha, Leptis Magna e Cirene in Libia. Nuove missioni prenderanno il via tra luglio e agosto.

Antonino Di Vita, professore emerito dell’Università di Macerata, è direttore del Centro di documentazione e ricerca sull’archeologia dell’Africa settentrionale. Sorto nel 2001 su iniziativa proprio di Di Vita, il Centro custodisce il più importante archivio in Italia riguardante l’archeologia italiana in Africa, soprattutto in Libia. Nel maggio 2003, il Centro ha ottenuto dalla Soprintendenza dei Beni Archivistici della Regione Marche il riconoscimento di Archivio Storico di notevole interesse. E’ possibile, infatti, trovare fotografie e disegni non reperibili altrove e in parte inediti.

 

 

 

 


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