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n. 44 del 11 marzo 2009

Comunicato stampa n. 44/2009 di mercoledì 11 marzo 2009

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Il primo anno accademico della Scuola dei talenti

 Sani: “Tra due anni una nuova sede a Villa Lauri”

Gazzani: “Un fiore all’occhiello per noi della Fondazione”
Lacchè: “A luglio, laboratorio di orientamento con i migliori 40 studenti italiani”
 
Valore, sviluppo, lavoro. Sono le parole chiave scelte come guide tematiche per i seminari organizzati dalla Scuola di studi superiori “Giacomo Leopardi”, la “scuola dei talenti” che è stata attivata dall’Università di Macerata nel 2008 e che questa mattina ha celebrato il suo primo anno accademico nella suggestiva sede di Villa Cola. Una sede provvisoria – come ha annunciato lo stesso rettore Roberto Sani durante i saluti iniziali – visto che entro un paio di anni dovrebbe essere trasferita nella Villa Lauri. Proprio nei giorni scorsi, infatti, è arrivata la notizia che lo Stato ha deciso di cofinanziare con circa 4 milioni di euro il progetto di recupero della prestigiosa struttura insieme al bellissimo parco.
“Questa Scuola – ha commentato Sani - giunge alla fine di un delicato processo che ha visto il nostro ateneo ridefinire in modo più razionale e incisivo la sua offerta formativa di base, in grado di rispondere alle mutate esigenze del mercato del lavoro e intellettuale. Il nostro Ateneo ha, inoltre, creato ex-novo un’organica offerta formativa post-lauream con un nutrito pacchetto di master, spesso realizzati in collaborazione con enti e privati, una serie di scuole di alta specializzazione a valenza fortemente professionalizzante e una scuola di dottorato di ricerca. L’intero progetto complessivo è volto a fornire risposta all’esigenza di coniugare l’università di massa con un’università che mantenga spazio e attenzione ai talenti non solo del nostro territorio, ma dell’intero Paese. Giudichiamo questa una risposta in perfetta sintonia con il nobile appello formulato a più riprese nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale, mentre da un lato esortava il Governo ad andare oltre alla mera politica di tagli ai bilanci degli atenei, pure chiedeva a questi ultimi di attrezzarsi per rimuovere le inefficienze e gli sprechi, come anche chiedeva loro di farsi protagonisti di un rilancio della qualità e della valorizzazione dei talenti”.
Per mettere in atto questa iniziativa è stato fondamentale la piena condivisione progettuale della Cassa di Risparmio di Macerata, accanto all’Ateneo maceratese già da anni, come dimostra il sostegno ai corsi di laurea in Scienze del turismo, unico della regione, e in Mediazione linguistica a Civitanova, i cui laureati sono molto richiesti dalle aziende per i processi di internazionalizzazione. Senza dimenticare l’acquisto della biblioteca personale di Mario Sbriccoli, che comprende opere rarissime e di straordinario pregio.
“La Scuola di studi superiori è un fiore all’occhiello per noi della Fondazione – ha detto il presidente Franco Gazzani -. L’Università di Macerata è stata credibile nel presentare questo progetto. Quando il rettore ci parlò di questa possibilità, per far emergere i talenti, ci siamo domandati: perché non promuovere corsi di eccellenza per far studiare i ragazzi in una provincia come la nostra? Perché lasciarli andare a completare i propri studi fuori? Noi vogliamo e vorremmo incidere su questa provincia, contribuire agli scopi propri di una fondazione, perché il territorio ha bisogno di una fondazione bancaria. I nostri campi di intervento sono l’arte, la sanità, la cultura. Agiamo in tanti settori e vorremmo agire ancora di più nell’Università”.
La Scuola è nata per selezionare, su tutto il territorio nazionale e solo sulla base del merito, matricole che mostrino una buona cultura di base, viva curiosità intellettuale, motivazioni e tenacia. “I nostri allievi – ha spiegato il direttore della Scuola Luigi Lacchè – avranno bisogno di queste doti e abilità: dovranno, infatti, iscriversi ai nostri corsi universitari, conservare una media elevata, sostenere tutti gli esami entro l’ottobre di ogni anno”. Lo specifico della formazione impartita nella Scuola è dato dai seminari di ricerca, aperti anche a uditori esterni; dai seminari interclasse; dallo studio avanzato di due lingue straniere, dai soggiorni all’estero. “Nella Scuola – ha seguitato Lacchè – gli allievi trovano un luogo di lavoro, di studio, di avviamento alla ricerca sin dal primo anno. I docenti, stranieri e italiani, cercheranno di guidarli lungo i sentieri complessi della ricerca e dello studio. I tutor li accompagneranno in tutte le loro attività”. A regime la Scuola recluterà 50 ragazzi, dieci per anno. Un Comitato scientifico, formato da studiosi di fama internazionale fornirà il proprio sostegno nell’indirizzo scientifico e nel processo di internazionalizzazione.
Il professor Lacchè ha anche annunciato che a luglio, al palazzo Cima di Cingoli, sarà avviato un laboratorio di orientamento rivolto ai migliori 40 studenti italiani del penultimo anno delle scuole superiori, per far conoscere le opportunità offerta dalla Scuola e dall’Ateneo.
Ospite d’onore della cerimonia è stato Paolo Prodi, professore emerito dell’Università di Bologna, tra i più grandi maestri delle scienze storiche a livello mondiale, che ha tenuto la sua lectio inauguralis sul tema “Furto e mercato nella storia occidentale” in concomitanza con l’uscita, in questi giorni nelle librerie, del suo ultimo libro “Settimo non rubare”.

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