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n. 115 del 07 luglio 2010

Comunicato stampa n. 115/2010 di mercoledì 07 luglio 2010

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Antonella Paolini confermata preside di Economia

Oggi alle ore 16.30 il Consiglio di Facoltà di Economia dell’Università di Macerata, convocato dal decano prof. Mauro Marconi, con 32 voti a favore su 34 votanti e due schede bianche, ha eletto preside la prof.ssa Antonella Paolini per il triennio accademico 2010/2013.

Molte sono state le e-mail e le dichiarazioni di consenso e di piena approvazione pervenute in presidenza già dalla settimana precedente, dimostrando la concreta coesione e condivisione della Facoltà, pur nella diversità di “anime scientifiche” che la compongono. Il grande consenso ottenuto dalla docente alla sua candidatura a rettore dell’Ateneo lasciava già presagire questo suo secondo successo.
La prof.ssa Paolini, eletta al primo mandato nello scorso triennio, aveva scritto nel suo programma: “Il ruolo di un preside di Facoltà e di qualunque altro ruolo istituzionale è, a mio personalissimo avviso, di mero servizio. Se s’intende esercitarlo con tale prospettiva non potrà avvenire per un tempo lungo, altrimenti si correrebbe un duplice rischio: che il servizio si trasformi in puro potere e che l’entusiasmo di realizzare nuovi e stimolanti progetti si spenga con il passare del tempo”, ma sollecitata e richiesta la sua candidatura ad un secondo mandato ha detto: “La mia intenzione è mantenere la promessa. Sempre nello spirito di servizio potrei rendermi disponibile in assenza di alternativa”.
“Le parole chiave scienza, etica e società che abbiamo nel corso di questo triennio meglio spiegato nella nostra mission, sono state le linee guida del mio programma presentato nel 2007 e continueranno ad esserlo”, scrive la prof.ssa Paolini nella sua rendicontazione del triennio passato. E prosegue affermando: “La Facoltà è sicuramente l’organo dell’Università dove si organizza e si offre la didattica. Tuttavia una Facoltà con un’apprezzata offerta formativa è quella capace di trasferire allo studente la scienza. Nelle Facoltà operano docenti e ricercatori che studiano, ricercano, producono lavori scientifici qualificando il loro settore scientifico, ma anche la Facoltà dove insegnano. In tal senso la nostra Facoltà di Economia ha un corpo docente stimato nelle accademie ed apprezzato dai nostri studenti. Da un preside ci si attende che lavori per la crescita della propria Facoltà, un’armonica crescita vi è stata e, dal mio punto di vista, potrà ancora verificarsi: nuovi ricercatori e la possibilità – per tutti coloro che s’impegneranno sul fronte scientifico, didattico, organizzativo – di una promozione di carriera”.
“La Facoltà di un’Università statale è un luogo di lavoro dove insieme operano pubblici dipendenti, professori e personale tecnico amministrativo. Non amo la retorica e, se posso, rifuggo dal parlare di etica. Questo sostantivo – che è anche finalità impegnativa – è stato scelto perché l’osservanza delle leggi, il ricordarsi di lavorare grazie alle risorse finanziarie di altri cittadini, il rispetto del vincolo economico nell’utilizzo delle risorse stesse, il riconoscere il merito e l’intenso lavoro come linee guida, sono comportamenti che sicuramente ci caratterizzano ed è bene andarne fieri e perseguirli a tutti i costi. Una Facoltà esiste perché arrivano studenti che chiedono di essere ben formati nei vari saperi. Si dà per scontato ma non va dimenticato che l’esempio del personale docente e tecnico amministrativo di comportamenti etici è un dovere educativo e civile. Da un preside ci si aspetta che, per primo, dia l’esempio e vigili che l’intera Facoltà realizzi comportamenti virtuosi”.
“Nelle Facoltà non “si gioca” solo in tre (docenti, studenti, personale tecnico amministrativo). L’apertura al mondo esterno, alla società, è fondamentale. Vi possono essere le società dei territori più vicini con le quali intrattenere rapporti di costante collaborazione, ma non vanno dimenticati i sistemi economici, sociali, politici fisicamente più lontani. Ad un preside compete un costante ed attento lavoro di relazioni e comunicazioni con la Società. Nella mia visione, alla Facoltà s’impone di non chiudersi in un’aura dorata ed inaccessibile, alle componenti della società esterna s’impone di non interferire sulle attività ed i modi di occuparsi della ricerca e della didattica da parte della Facoltà: un rispetto reciproco nell’autonomia dei ruoli”.
“Il lavoro più impegnativo del triennio è stato proprio quello della messa a punto dell’ordinamento didattico e dell’offerta formativa secondo le nuove e più stringenti regole. I risultati possono consentirci di essere soddisfatti delle scelte effettuate, una prova ne sono le iscrizioni degli studenti ed il loro livello di gradimento. Aver razionalizzato l’offerta formativa in un unico Corso di laurea della classe Scienze dell’economia e della gestione aziendale e tre corsi di laurea magistrali della classe Scienze economico aziendali ha dato i suoi frutti”.
“Sempre sul versante della didattica si stanno promuovendo iniziative d’internazionalizzazione della Facoltà: il movimento all’estero dei nostri studenti e l’accoglienza di studenti stranieri sono aumentati, ma dovrebbero migliorare. È scontata l’importanza di sviluppare l’internazionalizzazione, anche mantenendo la valida delega esistente, non solo per la proiezione estera della Facoltà, ma anche per meglio sostenere le scelte operate da qualche anno nell’offerta didattica. La Facoltà ha realizzato nuove convenzioni con Università straniere e ha puntualmente collaborato in ogni iniziativa predisposta dal Centro Rapporti Internazionali. La Facoltà ha, nel prossimo triennio, l’obbligo di riflettere sulla sopravvivenza e lo sviluppo dei suoi corsi di laurea all’interno di un progetto di ristrutturazione delle Facoltà/Dipartimenti imposta dal disegno di legge 1905 in via di applicazione in Parlamento”.

 

 

 

 

 

 

 


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