Nella foto, il prof. Michele Corsi premiato a Tipicità cliccare sull'immagine per ingrandirla Quella dell’Università di Macerata è la seconda migliore Facoltà di Scienze della formazione in Italia. A decretarlo è l’autorevole Grande Guida Censis che Repubblica ogni anno realizza come strumento per aiutare i neodiplomati a scegliere il proprio futuro formativo. Gli Atenei e le singole Facoltà vengono valutate in base a una serie di indicatori relativi all’anno accademico appena concluso: la produttività, tesa a misurare la capacità degli studenti di portare a termine gli studi, la didattica; la ricerca e i rapporti internazionali. Il preside Michele Corsi, che da Statuto concluderà il suo mandato a ottobre dopo sei anni, spiega il perché di questo risultato Come è cresciuta la Facoltà in questi anni? Scienze della formazione nasce come Facoltà di questo ateneo nell’anno accademico 2003-2004. In precedenza, dal 1998, era una Facoltà interuniversitaria tra i tre Atenei di Ancona, Camerino e Macerata. Nel mio sessennio di presidenza abbiamo assistito a una crescita molto rapida. Per i primi due anni accademici non comparivamo nella guida, o perché i nostri indicatori erano ancora incompleti o perché la Facoltà era di recente istituzione. Siamo stati valutati per la prima volta nel 2005-06, quando ci siamo classificati intorno alla ventesima posizione. L’anno successivo siamo balzati al tredicesimo posto e, quindi, al quarto dopo Udine, Genova e Padova. Quest’anno siamo al secondo posto, a ridosso di Udine e prima di Genova e Padova. Lo diciamo con legittimo orgoglio, ma anche con rispetto per Facoltà di Scienze della formazione storiche. Anche il numero degli iscritti cresce di anno in anno: ad oggi sono 2831, oltre 150 in più rispetto allo scorso anno, nonostante abbiamo un bassissimo numero di studenti fuori corso. Quali sono secondo lei i punti di forza che hanno permesso questa crescita? In primo luogo, la compattezza della squadra di Facoltà, in cui il personale docente, tecnico amministrativo e ausiliario giocano all’unisono. Inoltre, il forte rispetto per i diritti degli studenti: qui non si sposta una sola ora di lezione o un appello di esame se non per eccezionali e comprovati motivi. Il nostro corpo docente, poi , ha a cuore la didattica e la curva a seconda del corso di laurea dove insegna, ma lavora anche per la ricerca, tanto che molti nostri professori sono parte attiva in progetti nazionali e internazionali. In ordine al personale tecnico amministrativo e al personale ausiliario, infine, debbo lodare la significativa professionalità, il forte spirito di appartenenza e la giusta cultura dell’accoglienza. Quale suggerimento darebbe al suo successore? Penso di aver dato a questa Facoltà quello che ero in grado di dare per competenza e personalità , e cioè un’organizzazione rigorosa e puntuale. Più che un suggerimento, il mio è un convincimento che il preside, che sarà eletto dal Consiglio di Facoltà, voglia continuare su questa strada, ma apportando ulteriori elementi di innovazione e creatività in un forte spirito di squadra che, sono sicuro, vorrà e saprà mantenere. A mio parere, è questo il tratto positivo degli incarichi a termine di qualunque carica elettiva degli Atenei italiani, cioè che ognuno di noi porta la cifra della propria competenza e personalità e, giustamente, periodicamente, ci deve essere questo cambiamento, altrimenti si corrono i rischi della stagnazione e della ridondanza. |