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n. 50 del 19 marzo 2012

Comunicato stampa n. 50/2012 di venerdì 19 marzo 2012

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Unimc: presentato il libro sull’Hotel House 

Nato da una collaborazione tra l’Università e la Prefettura di Macerata, il volume Luoghi di inclusione, luoghi di esclusione. Realtà e prospettive dell’Hotel House di Porto Recanati, scritto da Maria Letizia Zanier, Natascia Mattucci e Claudia Santoni, è stato presentato giovedì 15 marzo alle ore 17,00 presso l’Aula Verde di Palazzo Pantaleoni alla presenza del Prefetto di Macerata dott. Vittorio Piscitelli, di numerosi studenti, e ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.
Il libro è stato pubblicato dalle eum – edizioni università di macerata ed è disponibile integralmente sul sito dell’University Press e nell’Archivio digitale d’Ateneo.

A fare gli onori di casa è stato il prof. Francesco Adornato, preside della Facoltà di Scienze Politiche, mentre il prof. David Nelken ha introdotto e commentato i diversi contributi. Nel definire la realtà dell’Hotel House un problema sociale, Nelken ha affermato che “quando c’è un problema sociale, parte del problema è parte della soluzione, e parte della soluzione è parte del problema”.

Sono intervenute quindi le autrici. Maria Letizia Zanier, docente di Sociologia generale, ha esordito raccontando come il progetto sia nato da un rapporto presentato nel febbraio del 2011, poi ripreso e ampliato. La domanda di partenza che ha guidato il lavoro è stata: “l’Hotel House è davvero una zona franca, una zona grigia?”. “Sì, per molte ragioni, ma una parte della popolazione auspica che non lo sia più attraverso misure di riqualificazione”, modificando ad esempio le dimensioni degli alloggi e aumentando i collegamenti con i mezzi pubblici. “In questa realtà complessa ci sono elementi positivi anche dal punto di vista sociale”.

Natascia Mattucci, docente di Filosofia dei diritti umani, invece, si è interrogata sul rapporto tra luogo in cui si vive da un lato e integrazione e cittadinanza dall’altro. A differenza di quanto pensano gli studiosi, dalle interviste è emerso il fatto che “la cittadinanza non è una priorità, è un problema secondario, altre questioni sociali ed economiche sono più importanti. Questo implica una riconfigurazione dei problemi”. “È necessario approfondire il localismo dei diritti e riflettere sulla cittadinanza sociale”, legata al contesto locale in cui si risiede. L’autrice si è poi soffermata sul secondo aspetto considerevole della sua analisi relativo alla “proprietà desoggettivante”. “Acquisire la proprietà della casa è da sempre un momento emancipatorio, ma se questo avviene in un non luogo, significa mettere radici in un non luogo. È una situazione paradossale”. “Il problema è quindi acquisire proprietà per emanciparsi in un posto che non emancipa”.

La dottoranda Claudia Santoni, infine, ha posto l’accento sul rapporto tra disagio abitativo e popolazione immigrata. Secondo la letteratura sull’immigrazione il problema del disagio abitativo è legato inevitabilmente alla prima fase dell’immigrazione, ma “l’Hotel House innesca un modello permanente, questo è il vero problema”. Se poi la scelta proprietaria, in Italia considerata positivamente, “avviene nell’Hotel House, diviene di esclusione, perché blocca la mobilità sociale dei figli che vorrebbero migliorare, ma non riescono. Questa è l’aspetto di cui dovremmo occuparci”.

L’incontro si è concluso con l’augurio espresso dal Prefetto di Macerata dott. Vittorio Piscitelli di cercare le soluzioni a questo problema anche con l’ausilio del mondo accademico.

Una pubblicazione, questa delle eum, che supera l’accademia e affonda l’interesse nel pubblico e nel sociale, che ha suscitato alla fine con successo il coinvolgimento di importanti istituzioni territoriali, con l’intento -nello specifico- di rendere nota la reale situazione di disagio vissuta dai residenti dell’Hotel House.

 

  

 

 

 


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