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n. 148 del 17 ottobre 2011

Comunicato stampa n. 148/2011 di lunedì 17 ottobre 2011

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Alla riscoperta dell'Umanista Tideo Acciarini
Riscoprire un autorevole esponente dell'Umanesimo nelle Marche, Tideo Acciarini, nato a Sant'Elpidio a Mare fra il 1430 e il 1440, sottolineando gli importanti legami trans-adriatici della regione. Questo l'obiettivo del convegno internazionale nato dalla collaborazione tra la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Macerata e l'Academia Elpidiana di studi storici dedicato alla figura di "Tideo Acciarini, maestro e umanista fra Italia e Dalmazia" in programma per il 21 nell'Aula Magna dell'Ateneo. I lavori prenderanno il via alle 15.30 con i saluti del preside della Facoltà Gianfranco Paci e del presidente dell'Academia Giovanni Martinelli. Interverranno, quindi, Sante Graciotti, autorevole linguista e slavista, professore emerito della Sapienza di Roma sul legame tra Acciarini e l'Umanesimo in Dalmazia, Smiljka Malinar dell'Università di Zagabria sul contesto culturale dalmata, Silvia Fiaschi dell'Università di Macerata su Acciarini e Poliziano e Gabriella Albanese dell'Università di Pisa sul "De animo rum medicamentis" di Acciarini. Preside Mariarosa Cortesi dell'Università di Pavia. Per l'occasione sarà presente anche l'ambasciatore croato presso la Santa Sede Filip Vučak.
"Acciarini è il padre dell'Umanesimo in Dalmazia, maestro di una figura di grande caratura come Marco Marulo, il Dante della Dalmazia, nonché di Elio Lampridio Cerva e Giano Parrasio. Di lui ci sono rimaste anche alcune lettere che documentano le sue relazioni col Poliziano e con Giorgio Sisgoreo" spiega Paci. "Per la prima volta viene inquadrata organicamente la figura, l'opera e il tempo di Acciarini" specifica Martinelli, ricordando come finora esistano solo delle citazioni relativamente a questo "maestro di humanae litterae".
Il titolo del convegno – come spiega Silvia Fiaschi nella biografia di Acciarini realizzata per l'occasione – rende ragione dell'aspetto più caratterizzante della sua attività: la sua funzione di maestro, ruolo significativo soprattutto perché espletato in aree "marginali" rispetto ai principali centri di elaborazione della cultura quattrocentesca".

 

 

 

 

 

 


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