http://oldportal1.unimc.it/unimc/macerata/ateneo/canali-informativi/archivio-comunicati-stampa-2008-2012/comunicati2010/comunicati-giugno-2010/n.-111-del-30-giugno-2010

n. 111 del 30 giugno 2010

Comunicato stampa n. 111/2010 di mercoledì 30 giugno 2010

Giornali73.jpg
Finanziaria e riforma universitaria, Unimc si mobilita

L'Ateneo compatto contro i provvedimenti statali. Allo studio iniziative di protesta.

Docenti e ricercatori:"Stop alle ore di didattica oltre i limiti di legge".
 
L'Università di Macerata ha dichiarato aperto lo stato di mobilitazione generale di tutte le sue componenti contro il disegno di legge sulla riforma dell'università e contro la manovra finanziaria del Governo aderendo alla protesta nazionale. Il Senato Accademico, nella seduta di ieri, ha deliberato di mettere in atto "tutte le iniziative necessarie per arrestare il pericoloso processo di svuotamento e svilimento del sistema universitario", pur evidenziando la preoccupazione per le possibili criticità connesse all'eventuale limitazione dei compiti didattici al di fuori del monte ore obbligatorio previsto dalla legge. Tra le forme di protesta, infatti, potrebbe rientrare la sospensione delle attività didattiche o della programmazione del prossimo anno accademico. La decisione è stata presa all'unanimità da tutti i componenti del Senato – docenti, rappresentanti degli studenti e del personale - testimoniando la grande compattezza dell'Ateneo di fronte "allo scenario prefigurato per il mondo dell’università e della ricerca dai due provvedimenti legislativi e al pesante sacrificio che si richiede ancora una volta ai lavoratori del pubblico impiego". Al momento della presentazione da parte del rettore Roberto Sani, la mozione aveva già raccolto oltre 200 firme di adesione, che stanno aumentando di ora in ora.
 
In particolare, docenti e ricercatori aderiscono alla protesta già in atto in altri atenei attraverso l'applicazione rigorosa delle normative vigenti riguardanti incarichi e monte ore della docenza e dei servizi agli utenti, rinunciando, a partire dal prossimo anno accademico, a compiti didattici che vadano al di fuori del monte ore previsto per legge e vigilando affinché questi non siano coperti mediante forme di contratto temporanee o affidamenti gratuiti. Si tratta di una decisione che mette in luce le gravi conseguenze della penalizzazione del ruolo dei ricercatori. Una larga parte dei corsi universitari dell'Ateneo sopravvive, infatti, grazie ai ricercatori. Questi, però, per legge, non sono obbligati a svolgere attività didattica, così come i docenti, che si sono impegnati a non tenere gli eventuali corsi scoperti, non sono tenuti a superare le 120 ore di insegnamento annuale. L'intero Ateneo solidarizza, quindi, con quanti, in questi giorni, sono costretti ad assumersi il peso della crisi in modo iniquo e vedono sotto attacco le tutele del lavoro.
 
"L'Università di Macerata giudica inaccettabile una riforma universitaria dettata da mere ragioni di bilancio" prosegue la delibera, che "si oppone al decadimento dell’università pubblica; alla sua chiusura gerarchica; all’umiliazione delle forze più giovani, che rischiano di restare precarie; alla rozza trasformazione degli atenei in chiave aziendale". Vengono denunciate le misure straordinarie previste dalla manovra finanziaria, che "colpiscono alla radice il sistema universitario, in quanto riducono le risorse regionali da dedicare al diritto allo studio, compromettendo il futuro dell’università pubblica". Contestati anche il taglio di 1 miliardo e 300 milioni di euro per il 2011 al Fondo di finanziamento ordinario e il blocco del turn-over, perché "determineranno delle gravi ripercussioni sulla qualità sia dell’offerta formativa, sia dell’erogazione dei servizi agli studenti". Rifiutato il blocco per il triennio 2011-2013 della maturazione di classi e scatti e dell’adeguamento annuale alle posizioni stipendiali sulla base degli indici Istat. "Rappresenta  - recita la delibera - l’ennesimo attacco al ruolo e alla professionalità del personale docente e di quello tecnico amministrativo, in palese contrasto con gli obiettivi di premiare il merito, oltre a rappresentare un danno irreparabile dal punto di vista economico". Viene, quindi, denunciata la "gravità delle misure previste e l'evidente indisponibilità da parte del Governo e delle forze politiche a confrontarsi sul merito delle strategie da adottare per superare la crisi finanziaria e riformare virtuosamente l'università italiana".
 
(Di seguito, il testo integrale della Mozione approvata all'unanimità dal Senato Accademico il 29 giugno 2010)
 
TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE
L'Ateneo di Macerata, in tutte le sue componenti (studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo), riunito in assemblea il 23 giugno 2010 per discutere del d.d.l. 1905/2009 “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario ” e del d.l. 78/2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, manifesta la sua netta opposizione allo scenario prefigurato per il mondo dell’università e della ricerca dai due provvedimenti legislativi in fase di approvazione parlamentare e al pesante sacrificio che si richiede ancora una volta ai lavoratori del pubblico impiego, pur nella consapevolezza che in un periodo di crisi ogni parte della società deve dare un contributo in proporzione alla propria disponibilità e capacità (artt. 3 e 53 della Costituzione).
In particolare,
  • consapevole che l’università ha bisogno di un progetto organico di rilancio che insieme a nuovi investimenti metta fine ai mali del passato, amplificati in modo strumentale da una campagna di diffamazione mirata, giudica inaccettabile una riforma universitaria dettata da mere ragioni di bilancio in un quadro di pesante decadimento civile, di erosione delle tutele del lavoro, di spreco del denaro pubblico e di indifferenza nei confronti della formazione; ritiene tale scelta parte di un attacco palese all’università e alla scuola pubbliche e segnale della miopia del governo e delle istituzioni che così contribuiscono a non fornire alcuna risposta innovativa alla crisi economica nazionale e locale e pregiudicano la formazione culturale come base per una nuova stagione di convivenza civile, sociale e democratica nel paese;
  • si oppone al decadimento dell’università pubblica; alla sua chiusura gerarchica mediante il rafforzamento del potere degli ordinari e della dirigenza amministrativa; all’umiliazione delle forze più giovani, che rischiano di restare precarie senza alcun progetto di ricambio generazionale, di reclutamento e di avanzamento; alla rozza trasformazione degli atenei in chiave aziendale, che mortifica la qualità della cultura, la trasmissione di una formazione critica e di un rapporto proficuo con quanti intendano spendersi, anche a livello territoriale, per un rilancio dell’innovazione, dell’istruzione e dell’economia partendo dalle università e dalla ricerca;
  • respinge ogni progetto che tenda a separare didattica e ricerca, atenei di serie A e di serie B, aree svantaggiate e aree avvantaggiate del paese, nella certezza che una buona università pubblica debba finanziare una didattica legata alla ricerca e mantenere un profilo unitario anche in una quadro di autonomia e di riconoscimento di eccellenze;
  • ritiene inaccettabile l’ennesimo ridimensionamento delle risorse destinate all’istruzione e alla ricerca, in controtendenza rispetto ad altri paesi europei dove, pur con manovre di bilancio pesanti, si investe nel settore educativo e universitario quale pilastro su cui costruire il futuro;
  • denuncia che le misure straordinarie previste dal d.-l. 78/2010 colpiscono alla radice il sistema universitario, in tutte le sue componenti, in quanto riducono le risorse regionali da dedicare al diritto allo studio, aggravando un quadro già fortemente restrittivo dal punto di vista economico-finanziario e compromettendo il futuro dell’università pubblica;
  • contesta la conferma del taglio di 1 miliardo e 300 milioni di euro per il 2011 al Fondo di finanziamento ordinario (FFO) e il previsto blocco del turn-over con un ingente ridimensionamento della pianta organica per tutte le componenti, perché determineranno delle gravi ripercussioni sulla qualità sia dell’offerta formativa, sia dell’erogazione dei servizi agli studenti;
  • rifiuta il blocco per il triennio 2011-2013 della maturazione di classi e scatti e dell’adeguamento annuale alle posizioni stipendiali sulla base degli indici Istat, senza possibilità di recupero, a differenza di altre categorie (ad es. i parlamentari), in quanto rappresenta l’ennesimo attacco al ruolo e alla professionalità del personale docente e di quello tecnico amministrativo e si pone in palese contrasto con i dichiarati obiettivi governativi di premiare il merito, oltre a rappresentare un danno irreparabile dal punto di vista economico, in quanto modifica in modo permanente le curve retributive e incide pesantemente sulle pensioni;
  • denuncia l’iniquità di una manovra che determina una penalizzazione economica del personale dell’università con un danno finanziario maggiore per quanti di recente sono entrati nel sistema;
  • denuncia la gravità delle misure previste e l'evidente indisponibilità da parte del Governo e delle forze politiche a confrontarsi sul merito delle strategie da adottare per superare la crisi finanziaria e riformare virtuosamente l'Università italiana.
Visti la mozione del CUN del 9.6.2010, il comunicato della Giunta della CRUI dell’11.6.2010, nonché i documenti elaborati da associazioni universitarie e dai consigli di facoltà, dalle sigle sindacali e dalle assemblee dei lavoratori di molti atenei, nell’auspicare modifiche sostanziali al d.d.l. 1905/2009 e al d.-l. 78/2010 in discussione in Parlamento,
 
-         dichiara lo stato di mobilitazione generale da attuarsi mediante tutte le iniziative ritenute necessarie per arrestare il pericoloso processo di svuotamento e svilimento del sistema universitario;
-         aderisce alla protesta già in atto in altri atenei attraverso l'applicazione rigorosa delle normative vigenti riguardanti incarichi e monte ore della docenza e dei servizi agli utenti, rinunciando, a partire dal prossimo anno accademico, a compiti didattici che vadano al di fuori del monte ore previsto per legge e  vigilando affinché questi non siano coperti mediante forme di contratto temporanee;
-         solidarizza con quanti, in questi giorni, sono costretti ad assumersi il peso della crisi in modo iniquo e vedono sotto attacco le tutele del lavoro;
-         dà mandato al Magnifico Rettore di esprimere in tutte le sedi istituzionali, compresi gli organi di governo locali, i contenuti della presente mozione, provvedendo altresì alla sua diffusione mediatica nelle sedi e con le forme che riterrà più opportune ed efficaci.

© 2007-2015 Università di Macerata – Piaggia della Torre, 8 – 62100 Macerata (MC) – Tel. 0733 2581 – P.I.– C.F. 00177050432 – Posta certificata: ateneo@pec.unimc.it